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Category: Economia

TFS: perché non è così giusto

TFS: perché non è così giusto

I tempi per l’erogazione del TFS attraverso la cessione sono a dir poco biblici: fino a 7 anni, se consideriamo i 2 canonici più i 5 massimi di distanza tra i 62 e i 67 previsti dalla Legge Fornero. In effetti gli scaglioni previsti affinché il pensionato riceva la buonuscita sono stabiliti ogni 12 mesi; e i ritardi riscontrati da non pochi ex dipendenti pubblici purtroppo non sono rari.

Va altresì segnalato che la Corte Costituzionale ha dichiarato legittimo il pagamento in differita del TFS in caso di pensione anticipata, che fu istituita nel Decreto Salva Italia del 2011. La grave situazione di crisi di allora è passata, ma gli accrediti “restrittivi” restano. Si noti che ciò non accade per i pensionati che hanno diritto al TFR, per il quale i tempi sono drasticamente più rapidi anche nel caso di dipendenti pubblici.

Si potrebbe obiettare che con la legge 26 istitutiva del reddito di cittadinanza e Quota 100 viene stabilita la possibilità di ottenere un anticipo fino a 45.000 euro del proprio TFS, ma in realtà l’accordo quadro tra i ministeri dell’Economia, del Lavoro e della PA (insieme all’Abi) non è stato ufficialmente siglato; doveva arrivare, come da norma, entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di cui sopra, ossia al 30 maggio scorso, ma non se ne hanno tracce. Mancano anche il Decreto del Presidente del Consiglio, quello che preciserebbe le norme attuative dell’anticipo (che poi altro non è che un prestito) e la convezione tra INPS e ministeri per la gestione del fondo statale di garanzia.

Cosa significano queste assenze? Che i destinatari del TFS che iniziano ad andare in pensione dal primo agosto scorso grazie alla Quota 100 in realtà non possono ancora fa richiesta per ottenere quei 45.000 euro. Nella pratica, nulla è ad oggi cambiato, e peraltro qualunque sia la risoluzione dell’attuale crisi di Governo pare ormai certo che si dovrà ancora attendere. Si noti anche che non pochi dipendenti della PA, soprattutto gli insegnanti dal prossimo settembre, hanno deciso di usufruire della Quota 100 proprio per avere subito l’anticipo del TFS, ma resteranno a bocca asciutta.

Il potere occulto della pubblicità

Il potere occulto della pubblicità

La pubblicità e l’effetto che essa ha sulla mente umana è risaputo, quantomeno a livello commerciale. Quanto può essere davvero potente quello che possiamo definire il potere occulto della pubblicità? Nel nostro articolo andremo a vedere da vicino il mondo della pubblicità e il potere che esercita su chi si sofferma a guardarla.

Il potere occulto della pubblicità: il tasso di negoziazione

La pubblicità funziona davvero, ma cosa si nasconde dietro ad essa per portare l’utenza verso un determinato prodotto? Se prendiamo un’agenzia pubblicitaria di Milano, di Torino, o di Roma, troviamo una cosa in comune: il fatto è che le aziende hanno capito un punto fondamentale, ovvero che coloro che guardano la pubblicità non fanno caso al prodotto in sé, ma a ciò che interessa loro in un determinato momento.

In pratica, le aziende hanno creato pubblicità che funzionano grazie al loro elevato tasso di negoziazione. Questo perché hanno capito come funziona la mente umana e l’inconscio, il segreto praticamente è scoprire su cosa fare leva per portare le persone al proprio prodotto.

Quando passa una pubblicità in televisione, quello a cui facciamo caso non è tanto il prodotto in sé, ma la sua finalità. Porremo maggiore interesse allo stesso, se sarà utile a qualcosa per cui vivete un problema diretto. Ad esempio, un prodotto per i brufoli se questi sono il vostro tallone di Achille, e così via.

Per questo motivo le pubblicità non perdono tempo nel descrivere la forma di un prodotto, ma si concentrano sulle sue azioni e sui risultati che producono.

Il potere occulto della pubblicità: il target

Le aziende si prefissano un target, individuano quale sia l’elemento sociale che presenta più problematiche, e fanno leva su questo per attirare l’attenzione delle persone. La forza di queste pubblicità, è che riescono a negoziare e conquistare l’attenzione di milioni di persone senza che sia necessario parlare con loro direttamente vis a vis.

In pratica, parlano loro dei loro problemi, dei loro desideri e così via, presentando già anche la soluzione. Questo sistema intrinseco, garantisce che la gente si lasci coinvolgere dal messaggio nascosto tra le righe, convincendosi che quel prodotto è davvero quello che gli serve per risolvere tutti i propri problemi.

Perchè gli italiani sono matti per l’azzardo

Perchè gli italiani sono matti per l’azzardo

 

Siamo esseri umani e per natura amiamo il rischio. L’italiano in particolare è il prototipo ideale di persona che investe tempo e denaro nelle scommesse sportive. Adoriamo giocare, e come accade ogni volta con il gioco, dedichiamo tanto del nostro tempo libero a seguire il mondo delle scommesse. E soprattutto, amiamo lo sport, in maniera particolare il calcio, ci piace guardare e seguirlo. Si dice, non a caso, che “siamo tutti allenatori”.

Cerchiamo di capire, con il sito scommessecommentierecensioni.com, per quale motivo.

Le scommesse sono un eccellente modo per mostrare a noi stessi, ai nostri amici e agli altri, tutto ciò che sappiamo sullo sport. Inoltre, esse ci aiutano ad avvicinarci agli sport per i quali non abbiamo mai avuto alcuna predilezione, solo per il semplice fatto di cercare di ottenere delle vincite più alte del normale.

Inoltre, nel caso in cui dovessimo riuscire a guadagnare un po’ di soldi, tanto meglio. Se dicessimo che l’essere umano ama rischiare, ci sarebbe da aggiungere che siamo anche avidi, ed è per questo motivo che cerchiamo a tutti i costi di evitare di perdere denaro.

Quando scommettiamo cambia un aspetto fondamentale dell’approccio umano allo sport: il grado di coinvolgimento. Ci sentiamo legati con tutto ciò che abbiamo a questa o quella squadra, celebriamo i gol e i successi di questo o quel giocatore, mentre ci disperiamo per gli errori o i gol subiti (anche se non è la nostra squadra del cuore). Vogliamo che quel team vinca, non ci sono storie.

In pratica, le scommesse ci permettono di seguire lo sport con più passione. Tutto questo ci porta a una scelta logica: evitare di andare contro i nostri interessi “del cuore” in quanto non amiamo scommettere contro la nostra squadra o contro il nostro giocatore preferito, a meno che non vediamo molto chiaramente che la vittoria potrebbe stare da un’altra parte.

E allora, in conclusione, perché all’italiano medio piace scommettere? Ci piace perché ci diverte. Ci sentiamo legati al “betting” perché ci piacciono i soldi. E soprattutto perché amiamo lo sport.

La Svendita agli stranieri

La Svendita agli stranieri

I petro-dollari arrivano ovunque. Spesso si sente di ricchi arabi che acquistano e fanno investimenti da milioni di dollari o di euro in questo o quel paese del mondo. Alcuni nomi famosi di aziende acquistate (in tutto o in parte) dagli arabi, sono la banca inglese Barclays, la borsa britannica London Stock Exchange e il londinese Harrods.

Il punto fondamentale è che, per investire e per costruire, occorre denaro. Partendo dal presupposto che ci troviamo in un momento di crisi economica, in cui non si ha internamente a disposizione tutto il denaro che potrebbe essere necessario per raggiungere un determinato obiettivo, ecco che le porte degli investimenti, per i ricchi, sono sempre aperte.

Una delle holding arabe che di recente ha realizzato un investimento importante nel nostro paese è Qatar Holding, azienda di investimento creata nel 2006, fondata dalla Qatar Investment Authority (QIA) e autorizzata dalla Financial Centre Authority Qatar (QFCA), che ha partecipazioni in alcune delle più prestigiose istituzioni del mondo (gli investimenti di Qatar Holding coprono oltre paesi in tutti i continenti), in una vasta gamma di settori industriali.

Ebbene, questa holding ha investito oltre 300 milioni di euro per finanziare il progetto immobiliare Porta Nuova, che ha come obiettivo quello di dare una nuova dimensione allo skyline di Milano. Questo progetto, guidato da Hines Italia e dal suo amministratore delegato Manfredi Catella, andrà a riqualificare da un punto di vista architettonico, le zone di Porta Garibaldi, Varesine e Isola, creando grattacieli ad alto impatto e zone verdi.

Stiamo vendendo tutto agli arabi, dunque? Così pare e il punto è che questo trend potrebbe essere destinato a continuare, anche in considerazione che di petrolio ce n’è sempre bisogno, quindi le future entrate per i ricchi di questo popolo sono garantite.